Nel processo di cambio il coinvolgimento può e deve
essere di tutti,
indipendentemente dal ruolo o dalla funzione,
senza
differenze legate all’età, al genere, alla preparazione.
Ma l’azione più importante che possiamo fare adesso
Ma l’azione più importante che possiamo fare adesso
è quella di
innescare un processo nel quale la dialettica,
intesa come
libero scambio di pensiero,
porti all’elaborazione di soluzioni possibili e
partecipate.
Venerdì 11 ottobre 2013 presso la sala
convegni A.S.I. abbiamo avuto il piacere di ascoltare le voci di:
Giovanni Atzeni ambasciatore per Plant for
the Planet,
la Dott.ssa Marta Canu del Dip.to di
Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura, Università di Cagliari,
il Dott. Franco Borghetto, Presidente
Consorzio Industriale provinciale Sassari
Gavino Gaspa, Assessore all'ambiente del
comune Porto Torres.
Quattro voci un intento comune: quello di
confrontarsi innanzitutto su un argomento importante come quello delle
bonifiche.
L’incontro si apre alle 18.30 circa, con
una breve premessa di Angela Louise Pudda presidente dell’APS Walkingclass
Factory che introduce il primo ospite.
Giovanni da il via alla serata spiegando
le motivazioni che muovono lui e chi fa parte dell'associazione Plant for thePlanet. Presenta i dati di produzione di CO2 per varie nazioni
raffrontando ad esempio le tonnellate di CO2 procapite prodotte nei
paesi africani e negli stati americani. Sottolinea come gli adulti abbiano
nella maggior parte dei casi un orizzonte temporale più limitato dei ragazzi più giovani e
come questo ne influenzi le scelte prediligendo quasi esclusivamente soluzioni
a breve termine. Giovanni descrive le proposte che i ragazzi fanno al mondo dei
grandi per contribuire a risolvere il problema del surriscaldamento globale,
delle emissioni di anidride carbonica, delle ingiustizie ambientali. Per queste
ultime è stata citata la proposta di fissare un tetto massimo di produzione
procapite di CO2 consentendo al contempo lo scambio di “quote
pulite” e facendo dunque in modo di applicare il concetto di “chi inquina
paga”. Mentre per contrastare attivamente il surriscaldamento globale l’azione
di piantare alberi non è solo un atto simbolico di protesta ma un modo per dare
il proprio contributo a migliorare l'ambiente in cui viviamo attraverso la
capacità naturale delle piante di utilizzare un prodotto come l’anidride
carbonica, come nutrimento.
L’intervento di Giovanni introduce
l’azione rappresentata dalla messa a dimora di piante con azione di fitorisanamento
in uno spazio della zona artigianale di Porto Torres. Tale azione va a
completare la giornata di Academy di Plant for the Planet prevista per
novembre. L’Academy è un evento che PftP organizza per formare giovani ambasciatori
che portano avanti gli obiettivi dell’associazione ed è aperta a tutti i
ragazzi fino a 21 anni.
L’intervento della dott.ssa agr. Marta
Canu ci aiuta ad approfondire l'argomento bonifiche e tecniche di
fitorisanamento. Vengono illustrati i differenti tipi di inquinanti, da quelli
di tipo organico ai metalli pesanti, insieme alla loro origine (attività di
tipo industriale, minerario ecc). La dott.ssa Canu introduce e spiega le
metodologie più diffuse per la bonifica e le tecniche di fitorisanamento.
Queste ultime consistono nella messa a
dimora di specie vegetali più spesso in regime di consociazione, capaci di
stabilizzare, catturare o degradare gli inquinanti.
Le tecniche di fitorisanamento rappresentano un metodo che ha come vantaggio il minore esborso ma necessita di tempi più lunghi rispetto ad altre metodiche di bonifica. Può essere limitata dal grado di contaminazione ma può anche essere associata ad altri processi. Alcune specie vegetali che possono essere usate in fitorisanamento sono erbacee (mais, girasole, colza…) altre possono essere arboree o arbustive (lentisco, salice, pioppo…). Vengono infine illustrati, risultati scientifici internazionali, i principali progetti di fitorisanamento in atto in Italia e un esempio di attività scientifica su un’area industriale italiana che per le caratteristiche potrebbe costituire uno spunto per l'applicazione a Porto Torres.
Le tecniche di fitorisanamento rappresentano un metodo che ha come vantaggio il minore esborso ma necessita di tempi più lunghi rispetto ad altre metodiche di bonifica. Può essere limitata dal grado di contaminazione ma può anche essere associata ad altri processi. Alcune specie vegetali che possono essere usate in fitorisanamento sono erbacee (mais, girasole, colza…) altre possono essere arboree o arbustive (lentisco, salice, pioppo…). Vengono infine illustrati, risultati scientifici internazionali, i principali progetti di fitorisanamento in atto in Italia e un esempio di attività scientifica su un’area industriale italiana che per le caratteristiche potrebbe costituire uno spunto per l'applicazione a Porto Torres.
I due relatori successivi vengono
presentati attraverso il racconto di un fatto storico recente: la Rivoluzione dei Garofani del 25 aprile1974 in Portogallo.
Interviene dunque il dott. Borghetto,
presidente del Consorzio industriale della provincia di Sassari. Il dott.
Borghetto apre affermando la sua piacevole sorpresa e ispirazione generata dai
relatori che lo hanno preceduto. Vengono confermate le tecniche di bonifica già
citate, ad esclusione di quella di fitorisanamento, come proposte ricevute dal
CPI Sassari. Vengono forniti un po’ di dati tecnici sull’estensione delle
superfici: dai 2000 ha del SIN, ai circa 1000 ha di Sindial alla piccola
superficie di Matrica (25 ha). Il dott. Borghetto ribadisce l’apertura al
confronto e al dialogo e la disponibilità a collaborare già dalla fase iniziale
del progetto mettendo a disposizione le aree di pertinenza del CPI della zona
artigianale di Porto Torres per la piantumazione associata all’Academy di Plant
for the Planet.
L’assessore all’ambiente del comune di
Porto Torres Gavino Gaspa espone la situazione attuale, le scelte fatte in
passato, i progetti che hanno avuto un esito più o meno positivo. Sottolinea
inoltre le difficoltà incontrate nelle fasi successive la piantumazione, per
interventi di riforestazione, soprattutto per la mancanza d’acqua. Sottolinea
l’esistenza degli obiettivi comuni, dando la sua disponibilità come
rappresentante dell’amministrazione comunale affinché il progetto si porti
avanti in un’ottica di condivisione e assicurando la collaborazione e
l’appoggio nella scelta dell’area al pari del dott. Borghetto.
Al termine dell’intervento dell’assessore
Gaspa, viene dato spazio alle curiosità e ai pareri.
Il primo intervento, a opera di Giacomo
Rum, sottolinea il valore dell’incontro e suggerisce l’importanza di
coinvolgere un numero maggiore di persone anche trovando dei metodi alternativi
ad internet per la diffusione di tali eventi.
Adonella Mellino (presidente Casa delle
Associazioni di Porto Torres) esprime anche lei il suo giudizio positivo
sull’incontro e offre massima disponibilità a partecipare attivamente ai
prossimi.
Del collettivo Pangea intervengono:
Valentina Manunta che, riagganciandosi al
tema della condivisione e cooperazione, si rivolge inizialmente all’assessore
Gaspa chiedendo quali politiche siano attive ad oggi nel comune di Porto Torres
per supportare e appoggiare le iniziative giovanili inclusa quella
dell’ex-bocciodromo. A tale proposito Anna Lucia Olmeo spiega come il
collettivo Pangea si stia muovendo per realizzare un progetto di orti sociali.
Leonardo Solinas pone due domande alla
dott.ssa Canu:
Come vengono gestiti gli inquinanti
incorporati nella massa vegetale?
Quali possibilità esistono nell’uso di
altre specie come ad esempio la canapa da fibra?
La dott.ssa Canu spiega come per
utilizzare una pianta usata in fitorisanamento ad esempio in processi di
recupero di energia o materiali, sia necessario attivare una filiera
controllata e come con le moderne tecnologie sia possibile in impianti chiusi
evitare emissioni di inquinanti all’esterno, recuperare i metalli e/o degradare
completamente gli inquinanti organici.
Riguardo la Cannabis spp l’appunto è la difficoltà di coltivazione legato alle
numerose autorizzazioni che in Italia sono necessarie per la sua messa a dimora
e all’assenza di letteratura scientifica sufficiente. Fattori che, insieme alla
difficoltà di gestire la biomassa che risulta non ottimale ne per combustione
ne per fermentazione o compostaggio, fanno si che l'interesse primario del
mondo scientifico si orienti verso altre specie.
Loredana Porcella di Walkingclass Factory
analizza l’intervento di Giovanni e le
iniziative di PftP dal punto di vista dell’importanza dello spirito di
condivisione. Questo rappresenta uno degli atteggiamenti che sono il motore
della vita associativa.
Sandra Conti (CNGEI gruppo scout Porto
Torres) domanda se sia già stata individuata l’area precisa in cui piantumare e
sottolinea l’importanza di scegliere un area la cui caratterizzazione sia
completa per garantire la buona riuscita dell’effetto risanante delle piante
che si metteranno a dimora.
Raimondo Camboni sottolinea come sia
possibile valorizzare il territorio di Porto Torres, anche in termini estetici
e di verde pubblico, e laddove possibile utilizzando le piante già messe a
dimora in alcune zone e con crescita ben avviata come ad esempio i pioppi.
Questi ultimi tra l’altro sono tra le specie usate in fitorisanamento. Le
operazioni di talea e messa a dimora
devono però essere necessariamente supportate da una conoscenza sia delle
specie che del territorio tali da scongiurare la mortalità delle piante nelle
prime fasi di sviluppo ad esempio per carenze idriche. Questo può avvenire, in
un’ottica di formazione continua, attraverso il confronto e la condivisione di
conoscenze anche nei cantieri di lavoro e forestazione.
Constatata la propensione verso propositi
di collaborazione e vista l’ora, alle 20.30 circa, ringraziando il personale
del consorzio che ha permesso l’utilizzo della sala, si scioglie la riunione
ribadendo le reciproche disponibilità a continuare questo cammino insieme e
prevedendo per questo un ulteriore incontro per novembre i cui dettagli saranno
fissati a breve.
Abbiamo pensato questo primo incontro come l'inizio di un percorso
che coinvolga tutti coloro che sono interessati a partecipare attivamente.
L’abbiamo organizzato partendo da persone e cose che conosciamo e che ci sono di ispirazione, e abbiamo intravisto la sincera apertura alla condivisione di tutti i partecipanti.
L’intento è infatti quello di “informare condividendo” e “progettare coinvolgendo” senza dover sentire la necessità di rivendicare la paternità dell’idea.
Il nostro proposito è che la giornata di Academy e la piantumazione siano solo la prima cosa che viene fatta e che da questa serie di incontri nascano molte altre iniziative.
Pensiamo sia importante non eleggere una sede fissa per gli incontri ma andare a trovare di volta in volta le varie realtà che sentano di poter ospitare un “collettivo di collettivi”.
In questa fase è importante che nessuna voce resti inascoltata, vi invitiamo quindi a partecipare e a diffondere il più possibile!
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